giovedì 16 dicembre 2010

Global Warming: in artico riemerge foresta pre-glaciale


La più settentrionale delle foreste del Canada, che sta riemergendo dai ghiacci, sta rivelando come le piante hanno duramente faticato a sopportare un lungo periodo di raffreddamento globale.

I ricercatori ritengono che gli alberi sepolti da una frana e squisitamente conservatesi da 2 agli 8 milioni di anni fa, li aiuteranno a prevedere come l'Artico sta rispondendo al riscaldamento globale.
Essi hanno anche il sospetto che molte foreste potrebbero emergere in tutto il Nord America mentre il ghiaccio artico continua progressivamente a sciogliersi. L'esposizone del legno all'aria lo farà marcire e potrebbe rilasciare notevoli quantità di metano e anidride carbonica in atmosfera capaci di aumentare il riscaldamento globale in atto.


(Isola di Ellesmere, estremo nord del Canada)

Joel Barker, un ricercatore presso il Byrd Polar Research Center e la Scuola di Scienze della Terra alla Ohio State University e leader del team che sta analizzando i resti, illustrerà i primi risultati al congresso dell'American Geophysical Union a San Francisco il 17 dicembre.
Durante l'estate del 2010, i ricercatori hanno recuperato dei campioni di tronchi d'albero spezzati, rami, radici, e persino foglie, tutte perfettamente conservate, a partire dall'Ellesmere Island National Park in Canada.
"Foreste mummificate non sono così rare, ma ciò che rende unico questo sito è la sua estrema latitudine nord. Quando il clima cominciò a raffreddarsi, 11.000 mila anni fa, questo posto fu tra i primi a sentirne gli effetti", ha detto Barker. "E poiché il materiale organico degli alberi s'è conservato, si può ottenere una visione ad alta risoluzione di quanto velocemente è mutato il clima e di come le piante hanno risposto a tale cambiamento".
Barker ha scoperto il deposito nel 2009, quando era  campeggio sull'isola di Ellesmere per un progetto di ricerca indipendente. Ha seguito un consiglio di un guardiano parco nazionale, che aveva notato alcuni legni che spuntavano dal fango accanto a un ghiacciaio in fusione. Questa estate è tornato con i colleghi per uno studio dettagliato della zona.

 (Paesaggio dell'isola di Ellesmere, che va progressivamente scongelandosi dai ghiacci perenni)

L'analisi dei resti è appena iniziato, includendo test chimici e analisi del DNA.
Per ora, i ricercatori hanno identificato le specie di alberi più diffuse sul sito, abeti e betulle. Gli alberi avevano almeno 75 anni quando sono morti, con anelli di crescita molto stretti e foglie sotto dimensione che suggeriscono che stavano soffrendo una grande quantità di stress climatico.
"Questi alberi sono vissuti in un momento particolarmente ruvido nell'Artico", ha spiegato Barker. "Ellesmere Island stava rapidamente cambiando da un ambiente caldo fatto di latifoglie a un ambiente sempreverde, nel suo cammino verso lo sterile paesaggio gelato che vediamo oggi. Le piante hanno dovuto sopportare metà dell'anno tra le tenebre e in un clima di raffreddamento. Ecco perché gli anelli di crescita dimostrano che sono cresciuti così poco e così lentamente".

I colleghi presso l'Università del Minnesota identificando il legno dal deposito, e compiendo l'analisi del polline in un laboratorio commerciale a Calgary, nell'Alberta, hanno rivelato che gli alberi vivevano dai 2 agli 8 milioni di anni fa, durante il periodo del Neogene. Il polline è stata riscontrato soltanto in una manciata di specie vegetali, il che suggerisce che la biodiversità del'Artico aveva già incominciato a soffrire.
Il team sta ora lavorando per identificare altre piante mummificati nel sito, scansionando i resti al microscopio per scoprire eventuali insetti.
Il bosco adesso sta cominciato a marcire, il che significa che rilascerà molto carbonio nell'atmosfera, contribuendo al riscaldamento globale.

David Elliot, professore emerito di Scienze della Terra alla Ohio State, ha dichiarato che la foresta mummificata sull'isola di Ellesmere non costituisce una minaccia immediata per l'ambiente.
"Voglio essere chiaro, il carbonio contenuto nel piccolo deposito che abbiamo studiato è banale rispetto a ciò che si produce quando si guida la macchina" ha detto. "Ma se si guarda a questa scoperta, nel contesto di tutto l'Artico, è una questione diversa. Mi aspetto che altri depositi isolati saranno presto scoperti dal ghiaccio mana mano che esso andrà sciogliendosi e tutta la biomassa, alla fine, porterà biossido di carbonio nell'atmosfera".

"L'Artico Canadese è molto ampio e noi non sappiamo quanti depositi ci siano sepolti dal ghiaccio", ha aggiunto.
Questa ricerca è stata finanziata dal National Science Foundation.

Se grosse porzioni di Artico iniziassero a scioglersi, svelerebbero i loro ambienti sepolti dal ghiaccio per milioni di anni. Questo fenomeno, andrà sicuramente allargandosi nei prossimi decenni, svelandoci come erano un tempo aree ricoperte da vegentazione e magari insediamenti umani o animali non noti alla scienza.
Purtroppo lo scioglimento dei ghiacci porterà ad un innalzamento dei livelli dei mari e molte città sulla costa potrebbero essere per sempre cancellate dalle cartine geografiche.
Il Global Warming è un fenomeno reale e probabilmente ci riguarderà da vicino fin dai prossimi anni.

A cura di Arthur McPaul

1 commento:

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