giovedì 14 giugno 2012

Nessuna Presenza Di Nodi Dell'Universo Primordiale




Le teorie dell'Universo primordiale predicono l'esistenza di nodi nel tessuto dello spazio (conosciuti anche come textures cosmiche) che potrebbero essere identificate, cercando nella luce del fondo cosmico a microonde (CMB), la radiazione fossile partita dal Big Bang.

Utilizzando i dati del satellite NASA Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP), i ricercatori della UCL, dell'Imperial College di Londra e del Perimeter Institute hanno effettuato la prima ricerca di textures nel cielo, non trovando alcuna prova di tali nodi nello spazio.

Mentre l'Universo si raffredda subito dopo una serie di transizioni di fase, analogamente a quello che porta al congelamento dell'acqua in ghiaccio, molte transizioni non possono verificarsi costantemente in tutto lo spazio, dando luogo secondo alcune teorie, a delle imperfezioni nella struttura del materiale di raffreddamento note come textures cosmiche.

Se prodotte nell'Universo primordiale, le textures potrebbero interagire con la luce del CMB per lasciare un insieme di caratteristiche macchie calde e fredde. Se rilevate, tali firme produrrebbero delle preziose informazioni sui tipi di transizioni di fase che si sono verificate quando l'Universo aveva soltanto una frazione di secondo, con implicazioni drammatiche per la fisica delle particelle.

Un precedente studio, pubblicato su Science nel 2007, ha fornito un suggerimento allettante per le CMB, una caratteristica nota come "Cold Spot" che potrebbe essere dovuta ad una struttura cosmica. Tuttavia, le macchie CMB fredde comprendono solo circa il 3% della superficie disponibile nel cielo e l'analisi completa nel cielo a microonde non era stata eseguita.

Il nuovo studio, pubblicato il 13 giugno su Physical Review Letters, mette a disposizione i migliori limiti su tali teorie che prevedono l'esistenza di tali textures, ed escluderebbero le teorie al riguardo fino al 95%, che produrrebbero più di sei texture rilevabili sul nostro cielo.

Stephen Feeney, UCL del Dipartimento di Fisica e Astronomia e autore principale, ha dichiarato: "Se le textures fossero state osservate, avrebbero fornito indicazioni preziose sul modo in in cui funzionava la natura ad alta energia, mettendo in luce l'unificazione delle forze fisiche con allettanti suggerimenti.

Se trovate in una precedente ricerca su piccola scala significa che era estremamente importante svolgere questa analisi totale del cielo". Ha detto il co-autore Matt Johnson, dal Perimeter Institute, in Canada: "Sebbene non vi sia alcuna prova di questi oggetti nei dati di WMAP, non è stata detta ancora l'ultima parola: in pochi mesi avremo accesso ai dati molto migliori del satellite Planck. Se troveremo textures nei suoi dati o dovremo ulteriormente vincolare le teorie che li producono, solo il tempo dirà!".

Foto:
Una serie a caso di textures in alta risoluzione ripresa da una simulazione con i supercomputer. Le macchie rosse indicano le coppie con carica positiva mentre le blu negativa. (Credit: V. Travieso and N. Turok)

Traduzione A Cura Di Arthur McPaul

Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/06/120613102249.htm

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