domenica 26 luglio 2015

Kepler scopre la prima terra abitabile


Era nell'aria da tempo. La NASA ha confermato la scoperta del iprimo pianeta terrestre abitabile, vicino ad una stella simile al Sole.
Questa scoperta presentata assieme ad altri 11 nuovi piccoli pianeti candidati nella loro zona abitabile, segna un'altra pietra miliare nel cammino per trovare la vita aliena nel cosmo


Kepler-452b è il più piccolo pianeta finora scoperto in orbita nella zona abitabile intorno ad una stella di tipo G2 come il nostro Sole. La conferma di Kepler-452b porta il numero totale degli esopianeti a 1.030.

"Nel ventesimo anniversario dalla scoperta del primo esopianeta, ci stiamo avvicinando a quelli più simili alla Terra", ha dichiarato John Grunsfeld, amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA presso il quartier generale dell'agenzia a Washington.

Kepler-452b è il 60% più grande della Terra ed è considerato una "super terra". Mentre la sua massa e la composizione non sono ancora determinati, ricerche precedenti suggeriscono che i pianeti delle dimensioni di Kepler-452b hanno una buona probabilità di essere rocciosi.

Kepler-452b è più grande della Terra ma la sua orbita di 385 giorni è solo il 5% più lunga. Il pianeta è il 5% più distante dalla sua stella Kepler-452 rispetto alla Terra dal Sole. La sua età è di 6 miliardi di anni, 1,5 miliardi anni più vecchio del nostro Sole, ha la stessa temperatura, ma è il 20% più luminoso e ha un diametro del 10% in più.

"Possiamo immaginare Kepler-452b come un vecchio e più grande cugino della Terra", ha detto Jon Jenkins, che ha scoperto Kepler-452b. "È maestoso pensare che questo pianeta abbia speso 6 miliardi di anni nella zona abitabile della sua stella, avendo una notevole opportunità per sviluppare la vita e le condizioni per la vita necessarie".

Per contribuire a confermare la scoperta e meglio determinare le proprietà del sistema Kepler-452, il team ha condotto le osservazioni terrestri presso l'Università del Texas all'Austin McDonald Observatory, all'Osservatorio Fred Lawrence Whipple sul Monte Hopkins, in Arizona, e al WM Keck Observatory in cima Mauna Kea alle Hawaii. Queste misurazioni sono state fondamentali per i ricercatori al fine di confermare la natura planetaria di Kepler-452b, per affinare le dimensioni e la luminosità della sua stella e ridurre le dimensioni del pianeta e conoscere la sua orbita.

Il sistema di Kepler-452 si trova a 1.400 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione del Cigno. Il documento di ricerca che ha segnalato il ritrovamento è stato accettato per la pubblicazione sull'Astronomical Journal.

Oltre a confermare Kepler-452b, il team di Kepler ha aumentato il numero di nuovi candidati esopianeti a 521 dalle loro analisi di osservazioni condotte tra il maggio 2009 ed il maggio del 2013, mentre il numero dei pianeti candidati rilevati dalla missione Kepler è di 4.696. I candidati richiedono osservazioni e analisi di inseguimento per verificarne a loro reale esistenza.

Dodici dei nuovi candidati pianeti, hanno un diametro compreso tra le 1-2 volte quello terrestre, ed orbitano nella zona abitabile della loro stella. Di questi, nove orbitano attorno a stelle simili al nostro Sole in termini di dimensioni e temperatura.

"Siamo stati in grado di automatizzare completamente il nostro processo di identificazione dei candidati pianeti, il che significa che possiamo finalmente valutare ogni segnale di transito tra i dati, in modo rapido e uniforme", ha dichiarato Jeff Coughlin, scienziato presso l'Istituto SETI a Mountain View in California, che ha condotto le analisi. "Questo dà agli astronomi una popolazione statisticamente valida di candidati per determinare con precisione il numero di piccoli pianeti, forse rocciosi come la Terra, nella nostra galassia Via Lattea".

Gli scienziati ora stanno producendo l'ultimo catalogo basato sul set di dati di quattro anni della missione Kepler. L'analisi finale sarà condotta utilizzando il sofisticato software sempre più sensibile alle minuscole tracce rivelatrici di pianeti di dimensioni terrestri.

Traduzione e adattamento a cura di Di Paola Vito

Fonte http://www.sciencedaily.com/releases/2015/07/150721193957.htm






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